“Io qui vagando al limitare intorno,
Invan la pioggia invoco e la tempesta […]”.  

Queste sono rime scritte dal celebre Giacomo Leopardi, uno dei maggiori poeti dell’Ottocento in Italia, esponente del classicismo romantico letterario ma anche e soprattutto grande precursore dell’esistenzialismo.

Lontano anni luce dal grande poeta, Seligman (2003), l’ideatore della Psicologia Positiva, afferma che “il benessere personale, o meglio la vera felicità, consiste nel provare emozioni positive riguardo al passato e al futuro, quindi fare pace con le precedenti vicende e non aspettarsi chissà cosa dall’avvenire, ma godersi il momento attuale, e mettersi al servizio di qualcosa più grande di noi mediante il pieno utilizzo delle nostre risorse.”

Forse per la sua storia familiare alquanto travagliata, forse perché famoso anche per una salute precaria, forse per la sua spiccata sensibilità, è stato da sempre bistrattato da letterati e non; “troppo cupo e negativo” dicono tutti, “che noia studiarlo” dicono a scuola.

Come è possibile che la memoria degli eventi passati possa creare tanta sofferenza interiore in alcuni individui e che il pensiero del futuro comporti, a tratti, ansia e preoccupazione? Domande apparentemente semplici ma che richiedono uno sforzo di approfondimento nel campo delle scienze umane.

Chi scrive è interessato (e non solo rispetto ai pazienti ma alle persone in generale), all’incidenza dei vissuti emotivi sul malessere interiore e alle modalità della percezione soggettiva del tempo presente, del tempo nel campo dei disturbi psichici.

Il tempo è speciale per ciascuna persona, soprattutto quando sperimentiamo alcune proprietà temporali; l’esperienza stessa è strutturata nel tempo. Gli antichi greci, con Aristotele ad esempio, erano ben consapevoli dell’enigma e valore del tempo nel percorso di vita delle persone.

«Lo scorrere del tempo è palese per ciascuno di noi: i nostri pensieri e il nostro parlare esistono nel tempo, la struttura stessa del nostro linguaggio richiede il tempo (una cosa “è”, oppure “era”, oppure “sarà”)».

Quando sopraggiunge la sofferenza psichica (lacerazione, impossibilità di fare, rigide alternative legate agli accadimenti umani, contraddizioni) l’esistenza umana interiore non riesce più a costituirsi, esprimersi in un tempo comune, condiviso, per ciascuno di noi; non essendo più capace di collegare il passato con il presente, il presente con il futuro (idea del futuro). Si realizza una perdita da parte dell’esperienza di “possibilità temporali intenzionali”.

TO THINK POSITIVE?

Diciamo che quella di Seligman non è proprio l’esatta descrizione di Leopardi eppure paradossalmente c’è un punto di congiunzione tra i due temi: tutto il mondo conosce almeno una sua poesia, quindi eccome se le ha utilizzate le sue capacità!

Ciò di cui vorrei parlarvi è proprio la positività o meno dell’atteggiamento pessimistico, scusate il gioco di parole. La più diffusa convinzione tra gli esseri umani, sostiene la teoria di Seligman, è che bisogna to think positive sempre e comunque, avere un atteggiamento attivo, energico, solare, e solo così si può raggiungere il successo nella vita; come se le persone pessimiste fossero degli zombie privi di spina dorsale, senza carattere, inclini solamente al Disturbo Depressivo Maggiore.

E’ abbastanza chiaro come l’esperienza riportata dal famoso scrittore, non può essere una prova di questo concetto, il pessimismo non è rassegnazione, non è scettico immobilismo, non è mancanza di ambizione, non è paura o insicurezza!

“Il pessimismo è pericoloso solo se induce alla resa; ma altrimenti il male lo fa l’ottimismo e il tranquillismo che inducono a non far niente”. G. Sartori

Minkowski stabilisce un’interessante linea di confronto tra il fenomeno del presente e quello dell’adesso (maintenant). Come fenomeno temporale l’adesso è sempre esperito e vissuto alla stregua di una parte elementare del tempo. L’adesso ci si presenta come un elemento del tempo, ma contemporaneamente comporta un accento particolare che lo rende, apparentemente, sinonimo di «esistenza». Come tale l’adesso appare però sfuggente, non si lascia “fissare” e favorisce la sussistenza del fenomeno del presente.

Di conseguenza, tanto il passato quanto l’avvenire finiscono per esistere solo in rapporto al presente e senza di esso non hanno alcun senso, così che lo stesso presente unisce in un tutto il passato, il presente e l’avvenire.

Allora, consideriamo una situazione tipo, Leopardi deve prendere una decisione importante per il suo futuro: scrivere o no le Operette Morali.

Se lui fosse un Yes Man, penserebbe che andrà tutto benone, questo libro sarà un successo! Piacerà a tutti, firmerà copie alla Mondadori, foto con i fans eccetera, in pratica una visione del mondo tutta fiori e paillettes, solo perché orientato a vedere un futuro roseo.

Pensiamo a un meccanismo di difesa molto utilizzato, il controllo onnipotente. Per attenuare l’ansia per un evento ignoto, poco conosciuto, una buona soluzione è di “avere potere su qualcosa o su qualcuno”, manipolare gli eventi e interpretarli come frutto delle proprie azioni, così da far sì che il futuro sia come un continuo presente.

Le persone “positive” attuano questa difesa in maniera soft, oserei dire “a risparmio energetico”: pensano che le cose negative siano dannose per il proprio benessere psichico, difficile migliorarle poiché questo richiederebbe un notevole dispendio di risorse, quindi tentano di eliminare ogni pensiero negativo dalla propria mente.

Invece, il nostro Leopardi si vuole complicare la vita, utilizza la versione evoluta del controllo onnipotente: il pessimismo difensivo. Uno dei grandi vantaggi del pessimista è la comprensione che le cose negative sono reali e possono tranquillamente accadere.

“Il pessimismo difensivo consiste proprio in questo: stabilire basse aspettative per il futuro ed eseguire un attento esame dei possibili esiti (positivi e negativi) degli eventi”.

Il thinking through process, una delle componenti di questa strategia, permette a Giacomo di riflettere approfonditamente su un ventaglio di possibili disastri che potrebbero accadere qualora cominciasse a scrivere la sua opera: mancanza di idee e d’ispirazione, tiepida accoglienza del pubblico, conseguente depressione del poeta, fino ad eventualità a più bassa probabilità.

Questo processo di esame può aiutare gli individui a reagire alla propria ansia trovando una motivazione agli sforzi necessari ad evitare i disastri contemplati.

Permette alle persone di sentirsiin control”, cioè in grado di padroneggiare non solo l’ansia derivante dal non sapere ma anche l’ignoto stesso; questo può facilitare una migliore prestazione e una più positiva ricostruzione mnemonica della situazione a posteriori.

In altre parole, si sfrutta l’ansia a proprio vantaggio, in modo tale che non interferisca con la propria prestazione (Norem, Illingworth, 1993). Un Positivo non formulerebbe mai queste ipotesi, figurarsi pensare a se stesso come probabile soggetto in fin di vita, ma si affiderebbe con abbandono alla sua buona stella.

“Sii preparato!” (R. Baden-Powell) è il motto (estremamente pessimista-difensivo) degli Scout di tutto il mondo e in effetti, in una giornata di pioggia, è normale aspettarsi che si possa spegnere il fuoco e devi almeno sapere come riaccenderlo, no?

La legge di Murphy dice che quando tutto sembra andare bene probabilmente qualcosa ci è sfuggito, sì perché in un mondo in costante cambiamento non possiamo sperare che tutto proceda secondo i nostri piani ma bisogna certe volte considerare anche tutte le sorprese che potremmo trovare lungo il nostro percorso, e aver pronto un piano B per ognuna di esse (Franzolin, 2017).

Attenzione, qui si parla di “pessimismo sano”, che si adatta alle situazioni in corso, fa le prove tecniche e psicologiche di avvenimenti evitabili e inevitabili, diverso è il caso del pessimismo disadattivo che è stabile, molto vicino alla sintomatologia depressiva, che non attua meccanismi di coping della situazione ma “si piange addosso”, rassegnandosi fatalmente al proprio triste destino.

QUAL È IL MIGLIOR MODO DI VIVERE?

Chi scegliere? Leopardi che ipotizza la sua morte costantemente, o quello le persone Positive, col sole in fronte?

Probabilmente la soluzione migliore è la flessibilità, la sensibilità alle situazioni e la capacità di adattare le proprie strategie personali in modo che portino a comportamenti efficaci e a un maggiore benessere soggettivo (Locci, 2003).

L’infinita complessità del mondo e degli esseri umani è qualcosa con cui bisogna fare i conti, fin da piccoli. È pur vero che un bambino fin dalla nascita presenta caratteristiche innate d’intraprendenza o paura nei confronti del mondo circostante ma l’ambiente che lo accoglie e le persone che lo accudiscono possono agevolare lo strutturarsi di un carattere ottimista o pessimista (sano o disadattivo).

La relazione tempo-persona, con il dispiegarsi dell’essere e le emozioni, con l’intenzionalità della coscienza rimangono punti essenziali per il nostro discorso.

«Come cambia il tempo, come cambia la esperienza del tempo nel corso della vita? Non lo si può fermare, certo, e nondimeno scorre più, o meno, velocemente, più, o meno, lentamente, nelle diverse età della vita, e nelle diverse situazioni della vita; e in ciascuna di queste età la modificata esperienza del tempo si accompagna ad una diversa riflessione sul senso della vita e della morte: del vivere e del morire. Ma il tempo, il modo di vivere il tempo, cambia non solo nelle diverse età della vita ma anche in modi diversi in una stessa età».

Un discorso che, collegandosi alla definizione del tempo in Sant’Agostino, suggerisce che gli avvenimenti della vita (vissuti o immaginati) si muovano sull’asse del tempo, che gli accadimenti che abbiamo vissuto, e quelli che avremmo potuto vivere (ma che non abbiamo più vissuto), che restano tuttavia sempre possibili, continuano ad essere vivi e presenti nella coscienza, in ciascuno di noi.

BIBLIOGRAFIA

  • Borgna E., Il tempo e la vita,  Feltrinelli, Milano, 2018
  • Fici E., La positività del pessimismo, Cultura emotiva.it, 2018
  • Franzolin, E. (2017). Il potere della semplificazione. Innovare e ridurre i costi della complessità con il metodo Inventive Simplification. Milano: goWare & Guerini Next.
  • Locci, P. (2003). Elogio del pessimismo. Ovvero, istruzioni per vivere “comunque bene”.Milano: Franco Angeli.
  • Minkowski E., Il tempo vissuto. Fenomenologia e Psicopatologia, Einaudi, Torino, 1971.
  • Rovelli C., L’ordine del tempo, Adelphi, Milano, 2017.
  • Ruvolo, G. (2001). La psicologia dinamica come scienza clinica. Napoli: Edises.
  • Seligman, M. (2003). La costruzione della felicità. Milano: Sperling & Kupfer.
Articoli simili