Gli adulti di mezza età che riferiscono sintomi di insonnia e dormono meno di sei ore a notte possono essere maggiormente a rischio di deterioramento cognitivo, secondo uno studio dei ricercatori del Penn State College of Medicine.

UN BREVE ACCENNO: COS’E’ L’INSONNIA?

Il termine insonnia deriva dal latino insomnia e letteralmente significa “mancanza di sogni”. L’insonnia è un disturbo del sonno caratterizzato quindi dall’incapacità di dormire nonostante l’organismo ne abbia un reale bisogno fisiologico. Questa condizione è associata a un cattivo funzionamento diurno, con sintomi quali stanchezza, irritabilità, difficoltà di apprendimento, mancato consolidamento della memoria e una marcata perdita di interesse per lo svolgimento delle attività quotidiane.

Il tutto ha un impatto psicologico non indifferente. Coloro che soffrono di insonnia lamentano di non essere in grado di prendere sonno o di dormire solo per pochi minuti, agitandosi nel letto durante la notte. Se l’insonnia dovesse prolungarsi per più di alcune notti di seguito può divenire “cronica” e causare un debito di sonno che è estremamente nocivo per la salute dell’insonne. Il risultato potrebbe diventare l’alterazione del naturale ciclo del sonno, che, spesso, spinge il corpo fino al limite, al punto tale che la privazione del sonno provoca gravi problemi fisici e mentali.

L’insonnia molto raramente è una patologia primaria del sonno, ma spesso è la conseguenza di svariate condizioni patologiche psichiche o fisiche, oppure il risultato di cattive abitudini riguardo all’alimentazione, all’attività fisica ed ai ritmi di vita in generale.

 

INSONNIA E DISTURBI COGNITIVI

I ricercatori hanno scoperto che gli adulti che hanno riportato insonnia (meno di sei ore di sonno misurato in laboratorio) avevano una probabilità due volte maggiore di avere disturbi cognitivi rispetto alle persone con gli stessi disturbi di insonnia che hanno dormito sei o più ore in laboratorio. (I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Sleep).

Secondo Julio Fernandez-Mendoza, professore associato di psichiatria e specialista del sonno presso il Penn State Health Sleep Research and Treatment Center, circa il 25% della popolazione generale adulta riferisce sintomi di insonnia e un altro 10% soffre di insonnia cronica, perciò essere in grado di distinguere quali di questi individui siano a rischio di ulteriori condizioni patologiche risulterebbe molto importante. In una ricerca precedente, lo stesso team aveva indagato la correlazione tra insonnia (anche in questo caso, meno di sei ore di sonno misurato in laboratorio) e varie condizioni cardiometaboliche, tra cui ipertensione, diabete, malattie cardiache o ictus e problemi di salute mentale, come la depressione.

“Questi nuovi risultati dimostrano che gli adulti di mezza età hanno anche un aumentato rischio di deterioramento cognitivo, che può essere un indicatore precoce di demenza futura in una percentuale significativa di loro”, ha affermato Fernandez-Mendoza.

Schema che mostra gli effetti negativi della privazione del sonno sul corpo umano.

Principali effetti dell’insonnia.

LO STUDIO

I ricercatori hanno esaminato i dati della Penn State Adult Cohort, un campione di popolazione selezionato casualmente composto da 1.741 adulti. Prima di misurare il sonno in una stanza con suoni, luce e temperatura controllata, i partecipanti sono stati sottoposti a vari screening fisici, neurologici e psicologici per valutare i disturbi del sonno auto-riferiti, le condizioni di salute fisica, i problemi di salute mentale, l’uso di sostanze, capacità di attenzione, memoria e linguaggio, che poi successivamente all’esperimento, sarebbero stati ri-testati.

Fernandez-Mendoza e colleghi hanno scoperto che gli adulti che hanno riportato sintomi di insonnia o insonnia cronica e che nello specifico hanno dormito meno di sei ore in laboratorio, avevano due volte di più probabilità di subire un deterioramento cognitivo rispetto a chi dormiva bene. Hanno anche scoperto che questa associazione era particolarmente forte per gli adulti con condizioni cardiometaboliche coesistenti, che può essere un indicatore di deterioramento cognitivo vascolare, una condizione in cui una cattiva salute cardiovascolare si traduce in una compromissione della funzione cerebrale.

I dati degli adulti che hanno riportato insonnia, ma che hanno comunque dormito più di sei ore in laboratorio, non facevano intendere un rischio di deterioramento cognitivo. Il team di ricerca ha tenuto conto delle potenziali differenze nei fattori sociodemografici, tra cui età, sesso, razza, etnia, anni di istruzione, e la presenza di problemi di salute fisica e mentale, inclusa l’apnea notturna, nonché l’uso di sostanze, come il fumo e l’assunzione di alcol.

“I recenti progressi scientifici indicano che il cervello dipende dal sonno. Comprendere la connessione tra carenza di sonno e declino cognitivo precoce potrebbe portare a trattamenti migliori per l’insonnia”, ha affermato Michael Twery, direttore del National Center on Sleep Disorders Research del National Heart, Lung, and Blood Institute. Questo studio è importante perché è il primo grande studio prospettico che associa l’insonnia al rischio cognitivo.

Riferimenti
Julio Fernandez-Mendoza. Evidence for the Etiopathogenesis of Insomnia and its Psychiatric Risk. Sleep, Volume 37, Issue 8, 1 August 2014, Pages 1273–1275, doi.org/10.5665/sleep.3906.