Secondo il DSM 5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) le persone con questi disturbi lamentano insoddisfazione riguardo la qualità e la collocazione temporale del sonno; inoltre sono costanti stress e compromissione delle attività diurne.
Tra i più diffusi disturbi del sonno si individuano:
- Insonnia (insoddisfazione riguardo qualità e quantità di sonno, risveglio precoce al mattino);
- Ipersonnolenza (eccessiva sonnolenza nonostante adeguato riposo, intrusioni di sonno durante la giornata, sonno non ristoratore);
- Apnea durante il sonno;
- Parasonnie (es. Sindrome delle gambe senza riposo, bruxismo, disturbo da incubi, sonnambulismo).
Per una completa ed esaustiva descrizione si veda DSM 5 (Raffaello Cortina Editore, 2014).
L’insonnia è una condizione associata a molte e diverse cause: può derivare da malattie neurologiche (es. demenze) o internistiche (es. patologie cardiovascolari), problematiche psicologiche (gran parte dei disturbi psicologici possono portare ad insonnia), a situazioni ambientali (rumore, temperatura, ecc.). In tutte queste circostanze è opportuno comunque rivolgersi al proprio medico curante. L’Organizzazione Mondiale della Sanità la definisce come un disturbo dell’inizio e del mantenimento del sonno, oppure come un sonno non ristoratore presente per almeno tre notti notti alla settimana, associati ad una sensazione di fatica, stanchezza o inefficienza notturna.
Il bruxismo è una parafunzione del sistema masticatorio, caratterizzata da movimenti periodici e stereotipati di serramento e/o digrignamento dei denti durante il sonno. Spesso le persone non sono consapevoli di questo disturbo e lamentano stanchezza mandibolare al risveglio. Solitamente sono gli individui che trascorrono la notte nella stessa stanza della persona che bruxa ad accorgersi del digrignamento dei denti. La letteratura è concorde nel ritenere che i fattori psicologici giochino un ruolo molto importante nel promuovere e perpetuare il bruxismo, che è quindi stato definito come una risposta di ansia allo stress ambientale e a fattori emozionali come la pressione, la paura e la frustrazione. La terapia con bite rimane il trattamento elettivo. Tali manufatti riducono l’attività muscolare notturna, ad esempio. E’ però opportuno accostare alla terapia occlusale un adeguato intervento psicoterapeutico che miri ad individuare nell’anamnesi del paziente eventuali elementi di disagio non giunti alla consapevolezza, incoraggiandolo ad identificare sintomi “sottosoglia” o problematiche che chiedono di essere portate al racconto, responsabili di tensioni e preoccupazioni.
Bibliografia
American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (5th ed.). Washington D.C: Author.