Eschilo, nel suo inno a Zeus, fa intonare il famoso “pathei mathos”, solitamente tradotto come “conoscenza attraverso la sofferenza”. Dalla tragedia greca alle canzoni più pop, l’idea che si possa imparare dal dolore si ritrova spesso e volentieri. Secondo un nuovo studio pubblicato su Science, il merito (o la colpa) sarebbe della corteccia dell’insula.
Quando questa regione profonda del nostro cervello viene silenziata in modello animale durante un evento doloroso, infatti, il soggetto non percepisce più come spiacevole il piccolo shock inflittogli. Non solo: la sua abilità di evitarlo in seguito diminuisce.
 
L’insula è quindi una prima tappa fondamentale non solo per processare il dolore, ma anche per imparare da esso. Questo percorso continuerà poi grazie a delle proiezioni neuronali nell’amigdala, responsabile delle nostre memorie associate a paure e dolori.