La Sclerosi Multipla (S.M.), descritta per la prima volta nel 1869 dal neurologo francese Jean-Martin Charcot, è la più frequente malattia infiammatoria cronica del sistema nervoso centrale. Oggi interessa all’incirca 2.5 milioni di persone, colpendo soprattutto i giovani adulti tra i 25 e 35 anni (AISM, 2018). É una malattia neurodegenerativa demielinizzante, cioè con lesioni a carico del Sistema Nervoso Centrale. Per molti anni è stata considerata una malattia della sostanza bianca, tuttavia un numero crescente di studi ha dimostrato anche un coinvolgimento della sostanza grigia.
Nella Sclerosi Multipla si verificano quindi un danno e una perdita di mielina in più aree (da cui il nome “multipla”) con numerose evidenze sia cliniche e sperimentali che indicano che alla base della malattia vi è una reazione del sistema immunitario che scatena un attacco contro la mielina in alcune aree circoscritte del cervello.
Quando la mielina viene persa, un neurone non può più condurre i segnali elettrici in modo efficace e l’organismo non è in grado di ricostruire completamente la guaina mielinica delle cellule. Ripetuti attacchi in successione possono comportare processi di rimielinizzazione poco efficaci, fino a quando non si formano le placche intorno agli assoni danneggiati.